Finanzieranno interventi in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Marche, Lazio e Provincia Autonoma di Bolzano

Fonte: edilportale.com

di Paola Mammarella

26/06/2018 – In arrivo 116,4 milioni di euro per la prevenzione del rischio idrogeologico e l’adeguamento del sistema fognario e di depurazione. Lo prevede l’Addendum al piano operativo “Ambiente” approvato dal Cipe e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Sul totale, 94,5 milioni di euro andranno agli interventi di prevenzione dal rischio idrogeologico e messa in sicurezza del territorio in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Marche, Lazio e Provincia Autonoma di Bolzano.

Il resto delle risorse, pari a 21,9 milioni di euro, saranno utilizzate per l’adeguamento e il potenziamento del sistema fognario e depurativo nelle Marche e in Friuli Venezia Giulia.

Gli interventi inizieranno ad essere finanziati dal 2018, anno per cui è previsto uno stanziamento di 14 milioni di euro, fino al 2025, quando potranno essere spesi 42,40 milioni di euro.

Rischio idrogeologico, pronti 94,5 milioni di euro

L’Italia, si legge nella delibera, con oltre 528.000 frane delle 700.000 censite in Europa, è il paese maggiormente interessato da fenomeni franosi. Come rilevato dall’Ispra, le tipologie di movimento più frequenti sono gli scivolamenti rotazionali/traslativi (30,6%), le colate lente (15,3%), i crolli (14,9%), le colate rapide di fango e detrito (13,8%) e i movimenti di tipo complesso (11,4%).

La superficie complessiva, in Italia, delle aree a pericolosità da frana e delle aree di attenzione è pari a 58.275 km2 (19,3% del territorio nazionale).

Gran parte dei fenomeni franosi presentano delle riattivazioni nel tempo, spesso a periodi di quiescenza di durata pluriennale seguono eventi catastrofici come conseguenza di periodi di piogge intense.

Con le risorse previste nell’Addendum si potranno proseguire le azioni già avviate per la prevenzione.

21,9 milioni per l’adeguamento del sistema fognario

Le risorse saranno impiegate per il miglioramento del servizio idrico integrato per usi civili e la riduzione delle perdite di rete di acquedotto.

Per i ritardi infrastrutturali ancora oggi presenti nel settore idrico, e in particolare nel settore fognario depurativo, l’Italia è stata interessata, a partire dal 2004, da 3 procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea.

Le procedure derivano dal mancato o non corretto adeguamento dei sistemi fognari e depurativi ai requisiti propri della Direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane.

Con le risorse stanziate si potrà quindi mettere fine alle procedure di infrazione e consentire un notevole risparmio idrico.